Il PLM come leva dell’innovazione

Che sia grande azienda o Pmi, “prima di tutto bisogna pensare al Data Recovery come spina dorsale dei dati aziendali, e dunque bisogna mettere in sicurezza i dati, aspetto che da molti non viene colto, ma che è alla base del PLM. “Il PLM va introdotto per step successivi, è un percorso di crescita che va dallo sviluppo prodotto o sviluppo commessa fino alla gestione dei processi aziendali, ma alla base ci deve essere il dato centralizzato”.

Le Pmi hanno le conoscenze per capire il PLM?

Per Borca la realtà delle Pmi è a due velocità: “La reattività la si vede nella media azienda che compete in scenari internazionali e sa di avere un eventuale gap tecnologico. E per fare la proposta giusta bisogna sapere dove vuole arrivare il cliente che pone sempre più attenzione sul costo e il tempo di implementazione e degli aggiornamenti successivi e cerca un sistema di facile configurazione, aspetto tipico del nostro PLM. Negli ultimi tempi valuta attentamente anche l’offerta in cloud e tendenzialmente chiede le facility sul cloud, ma la gestione del dato in casa propria”.

Ma cosa sarà il PLM nel 2020?

Secondo Borca, PRO.FILE Italia fin dall’inizio ha avuto la vision di integrare applicativi e processi secondo standard “in modo che le aziende possano lanciare le applicazioni così come sono state preconfigurate per poi ottimizzarle in running ottenendo così tempi certi di go-live, in time e in budget, e questo sarà anche il futuro”.